” Conte ha segnato un momento di riflessione importante nel panorama culturale italiano ed europeo, coinvolgendo intorno alle sue tesi sul primato etico e spirituale della poesia artisti, pensatori e poeti italiani e stranieri di diverse generazioni.” Giorgio Ficara
“CHE COS’ERA IL MARE?
Che cos’era il mare? Aveva
code d’acqua e zampe d’acqua tra le
rocce, levigava i ciottoli, faceva
sigle di luce sulla sabbia: era
profondo ma insensibile, si diceva, e
celibe, individuale, sterile.
In onde riottose o calme
maree saliva e discendeva, circondava
le terre, lui lunare, lui freddo, irriducibile
nel suo votarsi al movimento e all’aridità.
Le navi lo solcavano in lunghe scie.
Ora si è persa la memoria delle tempeste
e dei fari, dei velieri e dei transatlantici, dei
naufraghi, dei carichi di porpora e
di carbone, di Tiro, di Londra.
Era profondo ma insensibile, si diceva, dimora
delle conchiglie, delle famiglie dei
pesci, estinte, ora: aveva fondali viscidi, crateri e
alghe, e coralli.
Tagliava i promontori, reggeva le isole.
Giocava, lui muto, sprezzante, inservibile,
felice nei suoi movimenti vitali”.
Giuseppe Conte – da “L’Oceano e il ragazzo”, Rizzoli, Milano, 1983
Giuseppe Conte – Poesie (1983-2015)
“Gli inediti che completano questo volume confermano l’inesausta energia lirica e metaforica di Giuseppe Conte e ne proseguono l”incessabile’ inerrogazione, cominciata negli anni Settanta, sul valore di mito, natura e destino nella realtà contemporanea. Erede della tradizione del primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e Borges, la scrittura poetica di Conte si è consolidata nel tempo seguendo i sentieri paralleli della prosa, come dimostrano l’insieme dell’opera romanzesca e gli scritti di viaggio raccolti in ‘Terre del mito’ (1991). Con ‘L’Oceano e il Ragazzo’ (1983) – salutato da Calvino e Citati come un libro di svolta nella poesia italiana – e ‘Le stagioni’ (1988), fino alle ultime ‘Ferite e rifioriture’ (Premio Viareggio 2006), si profila dunque una soggettività forte, estranea a qualunque minimalismo o sperimentalismo, capace di mediare fra la passione della forma e la profonda conoscenza e frequentazione di culture e mitologie lontane, orientali e occidentali, e di coniugare una vena erotica con una vena metafisica e con la passione civile. Nel 1994, con l’invasione simbolica di Santa Croce e la fondazione del ‘mitomodernismo’; Conte ha segnato un momento di riflessione importante nel panorama culturale italiano ed europeo, coinvolgendo intorno alle sue tesi sul primato etico e spirituale della poesia artisti, pensatori e poeti italiani e stranieri di diverse generazioni.” Introduzione di Giorgio Ficara.
Giuseppe Conte. Giuseppe (Maria Silvio) Conte nasce a Imperia Porto Maurizio il 15 novembre 1945. Sua madre è ligure, di una famiglia che, provenendo dalla Francia del Nord, è attestata a Porto Maurizio già nel XVI secolo. Suo padre è siciliano, ufficiale dei Granatieri di Sardegna capitato in Liguria durante la Seconda Guerra Mondiale. Giuseppe frequenta le scuole elementari e le Medie a Porto Maurizio, e manifesta interessi per la geografia, l’astronomia e la musica, studia per qualche anno il clarino ed è un precocissimo appassionato di jazz. In seguito si iscrive al Ginnasio; Liceo De Amicis di Oneglia. Primi interessi letterari, prime prove di traduzione dall’inglese e di composizione poetica…. Il resto è storia